DEGLI IMPRINTING - CASTEL SAN PIETRO

É stato un lungo viaggio all'interno dei ricordi quello che mi ha portata alla consapevolezza di qual è stato il mio imprinting, un viaggio anche difficile sotto alcuni aspetti.
Mi ha portata a chiedermi quale fosse quel posto che, nel corso del tempo, riesce a suscitarmi ancora lo stupore di quando ero piccola, e quale posto migliore della mia Verona ed in particolare del luogo in cui si riesce ad ammirarla in tutte le sue parti, dall'alto.


Castel San Pietro, un'ex caserma austriaca costruita sui resti di un castello di difesa medievale, ma non è l'edificio in sé che considero il luogo del mio imprinting, quanto il grande piazzale davanti, che dona una vista sulla città che, personalmente, lascia sempre senza fiato.
Ci si arriva in vari modi ma quello che preferisco porta con se la sorpresa e lo stupore;
 percorrere in macchina una stradina piena di tronanti costeggiati dalla cinta muraria austriaca e completamente immersi nel verde, che pur essendo a poche centinaia di metri dall'Arena ti portano ad immergerti in un paesaggio che tutto sembra meno che centro urbano. Si continua a salire tornante dopo tornante, e ogni volta la strada sembra allungarsi, tanto da farti venire il dubbio di aver sbagliato. 
Ma poi eccolo, vedi al limite dell'ennesima curva un varco nelle mura, quasi nascosto, svolti e continui finché, dopo aver superato l'ennesimo portale nella cortina muraria che circonda la caserma e averne percorso tutto il perimetro, dopo essere stato immerso in un paesaggio verde e chiuso, ti ritrovi in un piazzale completamente aperto, senza nulla davanti, solo la città, ferma, immobile, come se ti stesse aspettando.
Arrivato lì scendi dalla macchina, e con la frenesia di un bambino, ti vai a sedere sull'ampio parapetto di marmo, con le gambe a penzoloni nel vuoto, guardi giù e piano piano inizi a mettere a fuoco, prima il fiume che scorre imperterrito, poi Ponte Pietra che lo attraversa e dopo ancora tutto il groviglio di case (o sarebbe meglio dire il groviglio di secoli) che fa da sfondo, con i loro colori caldi, che sembrano illuminate sempre da una luce crepuscolare.
É tutto così omogeneo, sembra che il paesaggio non abbia mai subito cambiamenti, sembra la città sia nata dal nulla, così, già completa, perfettamente in armonia con le colline che le fanno da sfondo e con il fiume che l'attraversa. 
Ogni volta che torno in questo posto, e mi siedo su quel muretto. tutto attorno si spegne, 
ci sono solo io e la città.


OMOGENEITÀ - ARMONIA

Quello che mi trasmette questa vista è esattamente quello che vorrei ricreare nel mio progetto, ovvero un luogo costruito che si fonde perfettamente con il paesaggio circostante, come se quello fosse il posto suo e di nient'altro.
Un posto dove potersi focalizzare su se stessi traendo la forza anche da quello che ci circonda.








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